Monsignor Perrelli e Meneca: Peppe Barra al Teatro Augusteo

NAPOLI – Lo spettacolo “I cavalli di Monsignor Perrelli” è sicuramente un viaggio nel tempo che ci conduce nella Napoli di primo Ottocento. Lo scorso 8 novembre è andata in scena al Teatro Augusteo la prima dello spettacolo ideato da Peppe Barra e Lamberto Lambertini, di nuovo insieme a distanza di anni. La narrazione in due atti ha visto in scena Patrizio Trampetti, nei panni dell’eclettico Monsignore, ed un divertito Barra, di nuovo in vesti femminili dopo i tempi di Gatta Cenerentola. Davvero coinvolgente il ritmo che avvicenda i diversi aneddoti intermezzati dagli interventi musicali, di varie epoche napoletane, interpretati dagli attori cantanti Luigi Bignone ed Enrico Vicinanza, con indosso costumi sempre diversi firmati da Annalisa Giacci. Tra le canzoni interpretate: “Funtana all’ombra”, “La Luna nova”, “L’amor è un pizzicor” e “L’ellera”, curate da Giorgio Mellone. (Clicca qui per informazioni sullo spettacolo – Napoli a Teatro)

Foto di Dilio Lambertini

La storia è ambientata in un’elegante scenografia firmata da Carlo De Marino. Uno studio dalle pareti rosso bruno, illuminato dalla luce di una finestra che offre un ritaglio di mare, con un incombente Vesuvio fumante incorniciato da tende di velluto. Il cambio di luci e colori nella finestra rende, nello spettatore, l’idea del tempo che scorre. Nella stanza sono presenti uno scrittoio ed un piccolo organo, a descrizione delle usuali attività giornaliere, e tanti dipinti tra cui primeggia il più grande, raffigurante San Michele con la spada sguainata. Al pubblico sono offerti spaccati di vita quotidiana di un personaggio stravagante realmente esistito. Lo stesso Peppe Barra, in un confronto con il pubblico, alla fine del primo tempo ci tiene a sottolineare quanto quelle stramberie «rimarranno nella storia di Napoli». Era talmente famoso a quel tempo da essere motivo di curiosità persino per il sovrano, il re Ferdinando IV, che per cominciare in allegria le sue giornate ogni mattina chiedeva aneddoti che lo riguardassero.

Foto di Dilio Lambertini

Il Monsignor Perrelli era un uomo di chiesa ma allo stesso tempo un curioso scienziato dedito alla divulgazione di assurdi e folli esperimenti concepiti al limite della stupidità. Sua, ad esempio, l’affermazione che il vero motivo per cui il mare fosse salato risiedesse nel fatto che ci nuotassero le alici salate o, ancora, il più celebre esperimento, rientrato nella cultura popolare napoletana, per cui lasciò morire di fame i suoi due cavalli dandogli solo acqua, nella convinzione che ci si potesse abituare a non mangiare. A sopportare le sue stramberie, la fedele perpetua Meneca che gli da sempre ragione cercando ogni tanto conforto nel pubblico. Con questo personaggio Peppe Barra conferma la sua particolare attenzione per la cultura popolare napoletana patrocinata nei suoi cinquant’anni di carriera. E’ interessante assistere a quanto spazio il colto Monsignore dia alle considerazioni di Meneca, ai detti popolari e alla descrizione dei succosi e ricchi piatti tradizionali. Esilarante l’intervento, di colloquio con il pubblico, dedicato alla ricetta dei bocconotti. I due sulla scena, seppur molto diversi, finiscono con il contaminarsi a vicenda provocandosi di continuo e rendendo sempre più consapevole il pubblico che, ciò a cui si sta realmente assistendo, sia una tenerissima storia d’amore. Un uomo costretto all’età di diciotto anni a prendere i voti e dedicare la sua vita ad uno status, per ritrovarsi poi nella vecchiaia pieno di debiti e rammaricato di non aver avuto figli, risollevato solo dalle attenzioni della sua fedele Meneca, orfana e dedita unicamente a lui. Lo spettacolo sarà in scena al Teatro Augusteo fino a domenica 17 novembre.