Roberto Vecchioni: Infinito Tour al Palapartenope

A cinque anni di distanza dall’ultimo lavoro discografico, Roberto Vecchioni ha presentato lo scorso novembre il suo nuovo album “L’Infinito” . Il cantautore milanese, negli ultimi anni si è dedicato molto alla musica dal vivo per tornare oggi con un disco che lo ha stazionato, per diverse settimane, nella classifica Top20 degli album più venduti in Italia. Ha inizialmente sorpreso molto la scelta controtendenza di distribuire il disco solo in formato fisico anziché digitale, ed è stata infatti commentata in seguito dall’artista, spiegando che al giorno d’oggi il consumo digitale rende il contenuto decontestualizzato e l’ascolto troppo rapido. Il professore spiega che non si tratta di dodici canzoni, ma di una sola lunghissima canzone divisa in dodici momenti. Un invito a riscoprire la canzone d’autore, tipica degli anni ’70, in cui la presenza della cultura nei testi era sempre tangibile, alcune volte semplice ed elementare altre volte sottile e sofisticata. Ora per Roberto Vecchioni è tempo di tornare in concerto. Parte a marzo il Tour che lo porterà nei teatri di quattordici città italiane, approdando a Napoli al Palapartenope il 17 aprile. Sarà l’occasione per rivivere insieme le emozioni della sua musica, tra i grandi successi e i dodici brani del recente nuovo album. Tra le nuove tracce sono presenti il duetto con Francesco Guccini nel brano “Ti insegnerò a volare” dedicato al campione Alex Zanardi, e la collaborazione con Morgan nel brano ironicamente autobiografico “Com’è lunga la notte”. Il cantautore sarà accompagnato da un team d’eccezione composto da Lucio Fabbri (pianoforte e violino), Massimo Germini (chitarra acustica), Antonio Petruzzelli (basso) e Roberto Gualdi (batteria). Lo spettacolo immerge il pubblico in un susseguirsi di sensazioni: la nostalgia del passato, la speranza riposta nel futuro, la rabbia politica e l’amore. Una dimensione temporale in cui si invita il pubblico a trovare l’infinito al di qua della siepe, dentro noi stessi.

di Sara Borriello

©Oliviero Toscani