Giorgio Montanini in Eloquio di un perdente

Domenica 4 marzo 2018, Teatro Nuovo di Napoli Il comedian più irriverente del panorama italiano arriva sul palcoscenico partenopeo, nell’ambito della rassegna Stand Up Comedy Live in Napoli

Giorgio Montanini

Con il nuovo spettacolo Eloquio di un perdente, arriverà sul palcoscenico del Teatro Nuovo di Napoli, domenica 4 marzo 2018 alle ore 21.00, Giorgio Montanini, il comedian più irriverente del panorama italiano, l’unico che ha portato la sua dissacrante comicità senza censure in televisione.

Niente orpelli scenici, nessuno specchio per le allodole. Sul palco, il Nemico Pubblico nazionale Giorgio Montanini, rispetta rigorosamente le caratteristiche della satira e le celebra una per una.

Un mix di riflessioni dalla comicità tagliente  per smontare tutti i  luoghi comuni e le certezze che accomunano il nostro benpensante Paese. Montanini, con la sua stand up comedy, spara sul buonismo degli italiani e lo distrugge. Una satira feroce, politicamente scorretta che caratterizza tutti gli spettacoli del comico più sagace e sferzante della nuova scena comica.

In Eloquio di un perdente Montanini parla del centro. Cos’è il centro? Connotazione geografica a parte, il centro rappresenta, nell’immaginario comune, il fulcro, il cuore, l’equilibrio, la stabilità, la sicurezza, il giusto.

Quando l’immaginario si concretizza e cresce attraverso convenzioni, luoghi comuni e sovrastrutture sociali, chi ci assicura che quello sia veramente il centro? E non solo.

Ci siamo mai chiesti se ciò che diamo per assodato essere giusto, sia giusto veramente per tutti e non solo per pochi? Ci siamo mai chiesti se, i parametri utilizzati per definire il “giusto”, non siano redatti, definiti e diffusi proprio da quei pochi?

Sappiamo cosa sia la pazzia, di cosa aver paura, cosa sia l’estremismo perché ne siamo consapevoli o perché l’hanno detto? Se siamo consapevoli, allora, la nostra specie è fottuta, già estinta. Se l’hanno detto e scopriamo che non è vero, come accade in Matrix, iniziamo la rivoluzione.

Nel film “Matrix”, infatti, gli uomini vivevano una vita apparentemente reale, credevano fermamente in quello che vedevano. In realtà erano addormentati e vegetavano in uno stato comatoso indotto. Indotto dalle macchine che li sfruttavano e se ne servivano come fonte di energia e sostentamento.

Così, Montanini schernisce il potere moderno, mai così spietato ma allo stesso tempo quasi infantile, autolesionista-goffo-bulimico. Contemporaneamente non si esime dall’assumersi le responsabilità individuali e non risparmia nulla al pubblico. Lo ammonisce e lo esorta a prendere coscienza che, per quanto paradossale, il potere, e quindi il destinatario delle invettive, siamo noi.