“Qui e Ora” di Mattia Torre al Teatro Nuovo di Napoli

Mercoledì 21 febbraio 2018, Il feroce umorismo dell’autore e regista capitolino diviene unico strumento possibile per raccontare un’Italia cinica ed egoista, senza alcun moralismo

qui e ora

Non c’è niente di assurdo nello spietato ritratto della periferia romana, dove tutto è tragicamente realistico, disegnato in Qui e ora, spettacolo scritto e diretto da Mattia Torre, che arriverà, mercoledì 21 febbraio 2018 alle ore 21.00 (in replica fino a domenica 25) sul palcoscenico del Teatro Nuovo di Napoli, presentato da Nuovo Teatro diretto da Marco Balsamo.

Sullo sfondo, l’Italia del 2 giugno, con le Frecce Tricolore in cielo e in l’inferno umano in terra, il feroce umorismo di Mattia Torre diviene strumento per raccontare un’Italia cinica ed egoista, in cui gli interpreti Paolo Calabresi e Valerio Aprea sono “calati” in un gioco al massacro.

Due scooter si scontrano in una desolata strada nella campagna romana. I guidatori contrapposti l’uno all’altro, i caschi come elmetti da prima guerra mondiale, liberano la scrittura di Mattia Torre, che scava, con Qui e Ora, una trincea metropolitana.

Il prolungato ritardo nei soccorsi genera un dialogo forzato tra i due uomini che nulla hanno in comune, e che, inizialmente, sembrano avere ruoli ben definiti, l’uno vittima e l’altro carnefice. A lungo andare, forse a causa delle provocazioni e della cattiveria gratuita che uno riversa sull’altro, o di un’aggressività latente generalizzata scaturita dal cinismo e dal senso di lotta dell’Italia di oggi, i ruoli si invertono, lasciando gli spettatori senza una possibile soluzione della realtà.

“Nel loro scontro – spiega il regista – si esprime il cinismo e il senso di lotta dell’Italia odierna, questo Paese sempre idealmente a un passo dalla guerra civile, in cui la cattiva amministrazione finisce per generare sfiducia non solo dei cittadini verso le istituzioni, ma anche tra gli stessi cittadini, in un clima sempre più teso e violento, che trova il suo apice nella grande città”.

In una situazione surreale ma neanche troppo, attraverso l’esasperazione del paradosso e il cinismo spassoso dell’humour nero, la satira di Qui e Oragioca sulle assurdità della vita moderna.

Una gamba rotta o una botta in testa non riescono ad affievolire l’aggressività da giungla urbana, l’ostinazione ad averla vinta sul nemico vero o presunto, mentre una sinistra nota di follia serpeggia fra i protagonisti.

Qui e Ora rappresenta uno spaccato fedele (ma tragicomico) della società italiana. Una società sgradevole, arrabbiata, ottusa, come dimostrano i suoi personaggi, pronti a offrire il peggio di sé anche dopo un incidente.